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le favole della buona notte


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i tre porcellini

c'era una volta una vecchia scrofa che ebbe tre piccoli porcellini, timmy, tommy e gerberto d’aurillac, ma non aveva più modo di tenerli con sé, così, li mandò a cercare fortuna per il mondo.
partì timmy ed incontrò un uomo con un fascio di paglia, e gli disse: "per favore, buon uomo, mi dai la tua paglia per costruirmi una casa?" l'uomo acconsentì, e il porcellino fece su una casetta di paglia.
arrivò un giorno il lupo, il quale bussò alla porta e disse: "porcellino, porcellino, fammi entrare." timmy rispose: "no, no, neanche per sogno." il lupo allora rispose: "ah si? allora soffierò via la tua casa." così soffiò e sbuffò così forte che la casetta di paglia fu spazzata via, e il lupaccio si mangiò il povero porcellino.
tommy incontrò per la via un uomo che portava una fascina di legno e gli disse: "per favore, buon uomo, mi dai il tuo legname per costruirmi una casetta?" l'uomo acconsentì, e il porcellino costruì una casa di legno. venne poi il lupo e disse: "porcellino, porcellino, fammi entrare." tommy rispose: "no, no, neanche per sogno." il lupo allora rispose: "ah si? allora soffierò via la tua casa." così soffiò e sbuffò così forte che alla fine anche la casetta di legno fu spazzata via, e il lupaccio si mangiò il secondo porcellino.
gerberto, il terzo porcellino, incontrò sulla via un uomo con un carico di mattoni: allora gli disse: "per favore, buon uomo, mi dai i tuoi mattoni? voglio costruirmi una casa." l'uomo acconsentì, e il porcellino poté costruirsi una bella casa di mattoni. anche da lui venne il lupo, e disse: "porcellino, porcellino, fammi entrare." "no, no, neanche per sogno." "allora soffierò e ti butterò giù la casa."
gerberto rispose: se tu butti giù la mia casa si scoprirebbe che le imprese che l’hanno costruita l’hanno fatta fuori norma, senza la giusta quantità di cemento, servendosi di appalti truccati e corruzione pubblica. prima ancora che tu possa soffiare ti ritroveresti in un pilone di cemento per la fondazione di un ospedale. senza contare che se io muoio non avranno mai gli appalti per la ricostruzione.
a questo punto il lupo si allontanò di corsa e non si fece più vedere

morale della favola
è sempre meglio evitare di contrastare la cementificazione.


cappuccetto rosso

c'era una volta in un villaggio una bambina, la più carina che si potesse mai vedere. la sua mamma n'era matta, e la sua nonna anche di pìù. quella buona donna di sua madre le aveva fatto fare un cappuccetto rosso, il quale le tornava così bene a viso, che la chiamavano dappertutto cappuccetto rosso.
un giorno sua madre, avendo cotto in forno alcune focacce, le disse: "va' un po' a vedere come sta la tua nonna, perché mi hanno detto che era un po' ammalata: e intanto portale queste provviste".
cappuccetto rosso, senza farselo dire due volte, partì per andare dalla sua nonna, che stava in un altro villaggio. e passando per un bosco s'imbatté nel lupo che le domandò dove andava.
la povera bambina, che non sapeva quanto sia pericoloso fermarsi per dar retta al lupo, gli disse: "vado a vedere la mia nonna e a portarle delle provviste, che le manda la mia mamma ".
"sta molto lontana di qui?", disse il lupo.
"oh, no!", disse cappuccetto rosso. " sta laggiù, passato quel mulino, che si vede di qui, nella prima casa, al principio del villaggio."
"benissimo", disse il lupo, "voglio venire a vederla anch'io. io piglierò da questa parte, e tu da quell'altra, e faremo a chi arriva più presto.
" "anzi no, aspetta", disse il lupo, che era esperto di algoritmi, mica ha senso che io metta in piedi una manfrina complicata tipo che vado da tua nonna, la mangio in fretta, poi aspetto che arrivi tu e mi travesto da nonna per poterti mangiare, che poi va a finire che mi uccidono lo stesso, e comunque mica mi piace travestirmi da donna. "facciamo che ti mangio subito che risolviamo il problema, e tua nonna la mangio quando ne ho voglia". e se la mangiò.

morale della favola
i bambini e i lupi dovrebbero imparare il problem solving da piccoli.


hansel e gretel

c'erano una volta due fratellini di nome hansel e gretel, che abitavano in una casina vicino al bosco. la madre e il padre erano molto poveri.
una mattina il padre disse ai piccini: - andiamo a tagliare la legna nel bosco. i figli lo seguirono contenti.
l'uomo si era lasciato convincere dalla moglie ad abbandonare i bambini, perché non aveva di che sfamarli. giunti nel bosco: - aspettatemi qui - disse. poi si allontanò tristemente.
rimasti soli, hansel e gretel attesero il ritorno del babbo. scese la notte e cominciarono ad avere paura; hansel stringeva a sé la sorellina per consolarla. quando capirono di essere stati abbandonati, si misero in cammino per tornare a casa. giunsero davanti una casetta di zucchero.
mentre affamati mangiavano un pezzetto di muro, apparve sulla porta una vecchina che li invitò ad entrare. la vecchia mise hansel all’ingrasso e in cambio volle che gretel andasse in cucina ad accudire a tutte le faccende di casa.
gretel pensava che la vecchia volesse mangiarsi il fratello ma poi si accorse che era ricca. un giorno, mentre preparava il forno per la cena la vecchia aprì lo sportello del forno per vedere se aveva raggiunto al temperatura giusta, i due fratellini la spinsero nel forno e si liberarono definitivamente di lei.
visto che la strega era ricca i bambini si impadronirono dei suoi tesori e felici tornarono a casa.

morale della favola
se volete vivere senza far fatica, rapinate le nonne ricche che vi danno da mangiare.




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