elementi di escatologia contemporanea
il recente caso di sospensione dell'alimentazione forzata ad un paziente in coma irreversibile da 17 anni per rispettare la
sua volontà espressa precedentemente (sentenza del gennaio 2009)
ha riaperto le polemiche sulla definizione del concetto di vita da applicare alla vita quotidiana, sia
legislativa sia etica, ossia: cosa si può considerare vita?
gli scienziati da secoli discutono su questo argomento, ma ancora non sono riusciti a trovare una soluzione
che metta d’accordo tutti: ogni definizione sembra aprire a problemi complessi e paradossi. ad esempio:
secondo una certa disciplina medica la vita sarebbe caratterizzata dall’attività cerebrale (questa definizione potrebbe
includere i pazienti in coma irreversibile, però
escluderebbe le piante, gli spermatozoi e la redazione di studio aperto).
secondo altri alla base della vita c’è un piano organizzativo che descrive gli elementi e le loro interazioni nonché la capacità di cambiare
il programma al variare delle condizioni (questa includerebbe le piante ma escluderebbe i pazienti in coma irreversibile, le specie estinte e
gli esponenti del pd).
per la biologia, invece, una caratterizzazione fondamentale della vita è la capacita di riprodursi
(includerebbe gli spermatozoi ed alcune pazienti in coma irreversibile, però
escluderebbe i muli e i sacerdoti cattolici).
secondo un’altra scuola di pensiero, invece, la vita è ciò che sta sotto il torace (questa posizione metterebbe fine a molte polemiche
ma purtroppo i suoi sostenitori
sono una minoranza e insegnano quasi tutti in un pub di bristol).
insomma, a seconda della definizione scelta nascono i problemi di ordine morale: se è un crimine togliere l’alimentazione a un essere vivente,
come la mettiamo con il taglio delle piante? (al contrario di un paziente in coma irreversibile che ha lasciato precedenti istruzioni
per decidere della sua vita,
è molto difficile dimostrare che la pianta in quelle condizioni voleva essere tagliata).
oppure, ad esempio, lasciando un secchio pieno d'acqua per un sufficiente numero di secoli sotto il sole, è possibile che al suo interno prima o poi si manifestino
esseri viventi dapprima microscopici, ma che con il giusto processo evolutivo potrebbero diventare una civiltà arcaica: se è immorale perturbare
le condizioni in cui può svilupparsi la vita, vuotare un secchio potrebbe essere un crimine molto più orrendo che prendere la pillola del giorno dopo.
per complicare ulteriormente la questione, alcune religioni hanno introdotto il concetto di “vita dopo la morte” detta anche vita ultraterrena
(definizione che potrebbe anche applicarsi agli ufi, a ben vedere), ma secondo una dottrina scientifica laica chi crede nella vita dopo
la morte ha l’onere della prova. quindi dovrebbe adoperarsi per morire il più velocemente possibile e venire ad avvertire i sopravvissuti.
va detto che non si trovano più molti volontari in giro, per quanto, pare che alcuni fondamentalisti islamici si stiano applicando al problema.
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