dell’esistenza di dio e altre questioni metafisiche
fondamentali, come ad esempio del perché il chievo non vince
lo scudetto.
riprendiamo brevemente il corso di filosofia per alcolisti,
giusto per rispondere ad alcune domande giunte via mail, che
trattano dello stesso argomento, ossia l’esistenza di dio.
per una risposta più approfondita al problema, potreste leggere
il saggio del professor johnatan clumperville dell’università
dell’idaho, che, nel suo libro “esiste dio? se sì, perché
mi odia?” sostiene che la domanda sull’esistenza di dio
andrebbe sostituita con la domanda “esiste una risposta esaustiva
al problema dell’esistenza di dio?” che a sua volta andrebbe
sostituita con la domanda “si può dare una risposta alla questione
della risposta esaustiva al problema dell’esistenza di dio?”
che a sua volta andrebbe sostituita con, vabbè, avete capito.
questo almeno nei primi sette capitoli.
successivamente, clumperville analizza i dati in nostro possesso
che riguardano l’esistenza di dio, le prove a favore e le
prove contro, il tutto mentre è in pausa caffè con alcuni
allievi.
da quest’esperienza nasce il secondo libro di clumperville
(“esiste dio? se sì, cos'ha di codice fiscale?”) che
ha ottenuto un buon successo di vendite negli stati uniti,
tanto che clumperville sta per dare alle stampe il terzo e
definitivo libro ("dio esiste, ma al momento è piuttosto impegnato")
comunque ecco alcune domande che sono arrivate al mio indirizzo di posta:
1. caro eddie,
io non credo che dio esista. voglio dire ci sono un sacco
di indizi contrari alla sua esistenza (peste, lebbra, aids,
guerre, ecc.), sulla scia del rasoio di ockham, mi sembrerebbe
più economico postularne la non esistenza. (francesco, napoli)
2. caro eddie,
le cinque vie di san tommaso per dimostrare l’esistenza di
dio, hanno dei numeri civici? (luca, torino)
3. caro eddie,
dio esiste? e se esiste, perché non si taglia la barba? (mara,
roma)
4. caro eddie,
come credi sarà il giudizio universale? cioè, dovrei vestirmi
bene? (antonella, trento)
5. caro eddie,
è possibile fondare una morale sull’agnosticismo? o è meglio
un blocco di cemento? che dice la filosofia in proposito?
(giovanni, busto arsizio)
cerchiamo di rispondere in modo esaustivo alla questione:
per quella cosa degli indizi contrari, io al corso di mistica
ho imparato che se dio c’è, essendo dio, fa un po’ come cazzo
gli pare, quindi libero di mandare peste, lebbra, aids, frigidità
e filosofia.
però mi sembra che in tutte queste domande ci si leghi al
concetto di dio che hanno le tre religioni del libro, (che,
voglio dire, fosse stato oggi avremmo le religioni del film)
e non si prende in considerazione, che so, thor, anubi, inanna,
la grande tartaruga che solca i cieli e si dirige verso l’elefante
nano parcheggiato vicino a betelgeuse.
in realtà la diatriba “c’è - non c’è” credo sia piuttosto
sterile, a parte guido meda, intendo.
anche perchè poi, nel caso affermativo avresti un bel chiederti
chi è. vai a sapere.
certo che un dio che si lascia dimostrare (o meno) dalla logica,
che è stata inventata dall’uomo, mi sembra un po’ forzato.
ma chi può dirlo, il mio professore del corso di mistica era
un lemming.
quello che è interessante è che intorno a queste domande nascono
delle religioni organizzate che provano a convincerti che
tutto sommato puoi evitare di farti la domanda, perché tanto
hanno ragione loro.
tipo i testimoni di genova suonano il citofono alle 7 della
domenica a dire svegliatevi.
con tutto che stanno fuori zona, che io abito vicino alla
svizzera. e poi nel libro si dice che se ne salvano 144 mila,
io ho fatto le preselezioni e sono arrivato 164.312, metti
che anche un centinaio rinunciano all’ultimo momento, sono
comunque tagliato fuori. visto cosa vuol dire vivere al confine?
(a parte giustificare una certa personalità borderline).
il che significa che forse bisognerebbe prendere in considerazione
il fatto di scegliere una religione sola, quella che più ci
si adatta, e cercare di seguirla.
ad esempio, se siete testimoni di genova a) assicuratevi di
passare le pre-selezioni e b) chiedete al sindaco se può fare
qualcosa per via prè, che sta messa male.
oppure, per esempio, io non posso usare le lettere maiuscole
in un blog perché sennò poi vengono i cricetini a mangiarmi
le dita dei piedi, e la grande tartaruga si incazza, che la
mia religione mi permette di usare le maiuscole solo nel giorno
di eduinmosis, che cade quando la tartaruga incontra l'ostacolo
dei bastioni di orione (o era gran sasso? boh), la luna si
scontra con l'ariete e il gran sacerdote ha il cancro, e tutte
quelle cose lì (è una religione complicata, e allora?)
per la morale agnostica credo che in fondo sia possibile:
si ragiona come se dio non ci fosse (bentham, mill), si ragiona
come se dio ci fosse (horkheimer), si ragiona trovando un
consenso a prescindere dalla metafisica (c. perelman), si
ragiona sui risultati che si vogliono ottenere (laudan), si
ragiona come se l'esistenza di dio fosse indifferente (buddha)
oppure si trova il compagno di buddha (il bar), si bevono
4 lagavulin e si ragiona come se dio fosse torbato (ossia
il cervello appende un cartello sulle sinapsi con scritto
"torbo subito").
poi esiste l'etica situazionista, l'etica a nicomaco, l'etichetta
per i quaderni delle elementari, oppure non si ragiona e si
lascia da parte la logica, con buona pace del dottor spock
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